Quando ho deciso di correre la Maratona ho pensato, beh che vuoi che sia sono poi due Mezze Maratone, e quindi non la guardavo con il timore ed il rispetto con cui si dovrebbe affrontare una sfida del genere.
La Maratona è uno di quei momenti nella vita che può essere comparato al primo giorno di scuola, al primo bacio o addiritura alla prima volta in cui si fa l’amore. Tutti questi eventi hanno in comune con la Maratona che possono essere memorabili o possono essere un disastro e distruggerti con una delusione cocente. Il mio corpo ha vissuto questi 42,195 km sentendo sensazioni diverse che oggi cercherò di raccontare:
IL CUORE (ANIMA): immagina da 15 giorni questa giornata, facendo calcoli basati sugli allenamenti e durante i primi km fa il suo dovere governando le gambe a stare intorno ai 5’40” per poterne avere dopo, non sapendo che dopo le 11 il sole avrebbe fatto capolino fuori dalle nuvole ed il caldo mi avrebbe compromesso l’idratazione.
LE GAMBE: la parte più timorosa del mio corpo nei confronti della distanza regina, un pò di riscaldamento le mette in condizioni di partire bene senza grossi problemi, nella prima parte di gara le sento leggere nonostante le salite che incontro e che ho sottovalutato, dopo il 36esimo km incominciano a darmi dei segnali (crampi) che mi indicano che sono al limite; bevo ad ogni ristoro sali ed acqua ed ogni spugnaggio è mio ed i crampi si attenuano e poi si fanno sentire di nuovo. In un anno di corsa con Base Running non si erano mai fatte sentire così.
GLI OCCHI: hanno fatto il loro dovere, tenuto d’occhio la sveglia della domenica, cercato la colazioneleggera che non potesse compromettere la gara ma soprattutto cercato gli altri compagni di Base Running che sono in gara nella 33 km e che sono qui per sostenermi, cercare le magliette rosse e trovare un sorriso, una parola d’incoraggiamento. “L’immagine indelebile nel mio cuore è la curva a destra prima di arrivare nella piazza dell’arrivo e vedere il tappeto rosso che porta sotto l’arrivo e subito dopo la ricerca di mia moglie accanto alle transenne.”
LE ORECCHIE: non pensavo di avere ricordi nitidi grazie alle orecchie ed invece ricordo benissimo l’incitamento di Alessandro Giannone e di tutti i compagni di Base Running incrociati durante la gara, la voce di alcuni spettatori che mi incitavano verso il 41esimo km.
LA MENTE: è l’unica che ha cercato di fare quello che era il suo compito, ha comandato tutta la macchina per andare ad un ritmo giusto, rispettato fino al 35/36esimo km dove al sopraggiungere dei crampi stava per dare forfait. In quei km martoriati dai crampi ai tibiali ed al gracile della gamba destra la mia mente ha pensato di tutto, “molla tutto e fatti riportare all’arrivo dall’organizzazione”, “tieni duro ricordi su Twitter #nonmolliamomai”, “anche se non fai il tempo l’importante è che arrivi in fondo”, “pensa ai tuoi amici IRONMAN, pensa a loro e trova la forza” e molti altri pensieri che sono durati fino al km 41.
Il risultato della mia prima Maratona è un tempo di 4h 15′ 54″.
Un grosso ringraziamento va innanzitutto a mia moglie per avermi supportato e sopportato durante i mesi di allenamento, alla squadra con la quale corro Base Running che mi ha incoraggiato in tutti gli allenamenti, ai miei amici runners di Facebook e di Twitter con menzione particolare ai ragazzi dell’A.S.D. Spartans e ai ragazzi del Running-Tweet-Team.