Intervista con Martina Dogana

Martina Dogana, una fuoriclasse italiana del triathlon.

Martina Dogana in azione

Vicentina e più precisamente di Valdagno, nasce nel 10 aprile 1979 ed è una Sportiva con la S maiuscola. Nella sua carriera di triatleta ha vinto diverse volte il titolo italiano di triathlon lunga distanza, ma anche in Europa ha detto la sua, oltre ad aver vinto l’Ironman Nizza nel 2008, il 70,3 Italy nel 2011 e il Challenge Vichy nel 2012.

Ho avuto il piacere di poterle fare qualche domanda alla quale lei ha cortesemente risposto, così da conoscere un pò di più i triatleti ed il loro mondo.

D: Da anni svolgi l’ attività di coaching nel mondo triathlon, cosa ti piace di più nell’ attività di allenatrice?

R: Ho iniziato a insegnare in piscina tanti anni fa e da qualche stagione ho cominciato a seguire qualche triatleta che mi chiedeva consigli su come preparare gare su media e lunga distanza. è un lavoro affascinante perché mi aiuta a tirare fuori il meglio di ogni persona.

D: Ti sei considerata fisicamente predisposta per essere un atleta di resistenza? Quali erano le tue capacità atletiche prima?

R: Sicuramente non sono mai stata un’atleta veloce, ma da sempre resistente, soprattutto di testa. Non sono mai stata una predestinata, ma ho sempre lavorato tanto. Uno dei miei primi allenatori del tempo delle medie quando facevo atletica (mezzofondo e campestri) qualche tempo fa parlando di me con una mia compagna di squadra le ha detto che mi è sempre piaciuto, fin da piccola, fare fatica. In realtà mi costa di più fare uno sforzo breve e intenso che tante ore di seguito.

D: Quali corridori / triatleti ammiri di più in questo momento?

R: Bella domanda: ce ne sono tanti e sempre più forti! se devo fare un nome, mi viene quello di Nicola Spirig, la campionessa olimpica di Londra e argento di Rio. Lei ha cominciato giovanissima, me la ricordo quando era junior, e non ha mai smesso neanche adesso che è mamma di tre figli e sta rincorrendo il pass per Tokyo.

D: Ci sono momenti in cui pensi “Perché lo sto facendo?”

R: Ovvio! mi succede sempre in gara e qualche volta anche appena partita per gli allenamenti più noiosi. Però so che se vado avanti e termino la gara (o l’allenamento) poi probabilmente sarò soddisfatta. Sicuramente il non provarci e il fermarmi se non per validi motivi, non fanno parte di me!

D: Bici preferita, supponendo che Specialized fallisca domani?

R: Ovviamente Esmeralda (la mia Sworks Shiv Disc) è la mia bici preferita e più performante! ci ho messo tanto a trovare il giusto feeling con questa bici, diciamo che ci siamo conquistate un po’ alla volta. Nel corso della mia carriera ne ho avute tante di bici. L’unica che conservo ancora a casa è la Kuota Kueen-K personalizzata in occasione  della mia prima partecipazione all’Ironman World Championship alle Hawaii del 2008.

D: Cambieresti qualcosa della tua carriera? Cosa?

R: Sicuramente di cavolate ne ho fatte tante, ma, visto che non si può tornare indietro, preferisco sapere che da tutti gli errori commessi ho imparato qualcosa e adesso posso aiutare qualcun altro/a a evitarli.

D: Cosa puoi consigliare a chi vuole iniziare questo sport?

R: Sicuramente di portare i bambini a praticare triathlon perché per la particolare struttura del nostro sport, che unisce tre discipline tanto diverse tra loro, aiuta a creare nei giovani un bagaglio motorio e anche psicologico che li aiuta a crescere sani sotto tutti i punti di vista. Agli adulti, soprattutto a quelli di “mezza età” consiglio di non avere fretta e di fare le cose per gradi. L’Ironman è alla portata di tutti, ma va preparato per bene con un percorso strutturato che consenta di gustarselo e non di tagliare il traguardo strisciando!